CHIESE E CHIOSTRI
Morbegno è ricca di patrimonio storico e culturale, in particolare per quanto riguarda i suoi edifici religiosi. Le chiese di Morbegno non sono solo luoghi di culto, ma testimonianze viventi di un’arte e una storia che attraversano secoli

È uno dei principali edifici religiosi della città e rappresenta un importante punto di riferimento storico e culturale. Edificata nel tardo XVIII secolo, progettata da Pietro Solari, si distingue per la facciata barocca, imponente e decorata con materiali vari e pregiati. Le decorazioni esterne, realizzate da Stefano Salterio tra il 1780 e il 1782, includono statue di figure religiose e elementi simbolici. L'interno è a croce latina con una navata centrale e ospita affreschi, altari decorati e opere d'arte sacra, oltre a un organo storico. La chiesa è un luogo di culto attivo per la comunità, usato anche per matrimoni e cerimonie. Il suo valore artistico attira visitatori interessati all'arte e architettura religiosa. La chiesa si trova in posizione centrale nella città di Morbegno, vicino ad altre attrazioni storiche e culturali. È un simbolo significativo della ricca storia e tradizione della regione di Lombardia.

La Chiesa Nuova di San Giuseppe, completata nel 1993 e consacrata dal vescovo Alessandro Maggiolini, è un significativo edificio religioso di Morbegno. Dedicata a San Giuseppe lavoratore, riflette l'operosità della popolazione locale. Progettata da Luigi Caccia Dominioni, l'architettura della chiesa si fonde con il paesaggio montano circostante, con una facciata accogliente e un tetto che si estende protettivamente. Internamente, spiccano le linee curve e le forme sinusoidali con giochi di luce che creano un ambiente suggestivo, con una croce inclinata come fulcro simbolico del sacrificio di Gesù. L'interno è volutamente semplice, con pochi mobili e opere d'arte, ma con elementi che comunicano in silenzio, come le stazioni della Via Crucis, il pulpito e il crocifisso. La porta in ferro con pietre del torrente Bitto è un dettaglio distintivo. La Chiesa Nuova si distingue come opera moderna che arricchisce l'esperienza spirituale e artistica dei
visitatori.

Il Santuario della Beata Vergine Assunta è una chiesa con origini antiche, documentata già nel 1418 come "chiesa alla Croseta". Nel 1425 fu terminata e dedicata ai Santi Lorenzo e Bernardo di Chiaravalle. Nel XVI secolo, la confraternita dei Disciplini decise di ampliare e ristrutturare la chiesa, lasciando importanti testimonianze artistiche. L'edificio presenta forme architettoniche simboliche e blocchi poligonali che si intersecano, con un orientamento canonico ruotato di 90°. Nel corso dei secoli, sono state effettuate ristrutturazioni e modifiche, tra cui la sopraelevazione del campanile e del tiburio, e la ridipintura delle pareti nell'ottagono nel XVIII secolo. I restauri recenti hanno riportato alla luce gli intonaci rinascimentali e le decorazioni settecentesche. La presenza di elementi in cotto, unico nella Valtellina, testimonia l'influenza dell'architettura lombarda nella zona.

Attraversando la piazza San Pietro, ci troviamo di fronte alla chiesa dei Santi Pietro e Paolo, che risale al 1337 ma ha subito una ristrutturazione nel XVII secolo. Durante il periodo di dominio dei Grigioni, la chiesa è stata utilizzata come luogo di culto protestante, ma nel 1620 è stata riconvertita al culto cattolico e ha subito ulteriori modifiche. La chiesa dei Santi Pietro e Paolo è la prima parrocchia della città. La sua facciata è semplice, con una forma curva e una croce sulla sommità. Il portale d'ingresso è decorato con bassorilievi in marmo nero, raffiguranti i simboli dei santi patroni della chiesa: San Pietro con le chiavi, il gallo, la tiara e la croce rovesciata, e San Paolo con la spada e un libro. Sul retro della chiesa si erge il campanile seicentesco. Gli interni della chiesa sono adornati da affreschi del Settecento, tra cui lo stemma di Morbegno.

La chiesa di San Martino a Morbegno, risalente al IX secolo e ristrutturata nel Cinquecento, si trova nel cimitero cittadino, distante 2,5 km dal centro storico. Originariamente costruita come chiesa, è divenuta inseguito principalmente un luogo di sepoltura. Presenta una facciata a capanna con portico ad archi e un affresco di San Martino all'interno. Il campanile, con lanterna, cupola e croce, domina la struttura. Gli interni della chiesa sono caratterizzati da una luce soffusa e sono suddivisi in tre navate con volte magnificamente affrescate con motivi tridimensionali. Gli affreschi includono un'importante raffigurazione cinquecentesca della Madonna in trono con Gesù Bambino. La cappella del presbiterio è riccamente decorata e presenta sedili lignei che guardano verso l'altare in marmo nero del XVII secolo. Vi sono anche cappelle dedicate alla Madonna Nera di Loreto e a Santo Stefano. Vicino si trova l'ossario settecentesco, svuotato nel 1935, che rispecchia lo stile della chiesa.

L'attuale chiesa di Morbegno, riconvertita in auditorium grazie all'architetto Roberto Paruscio, vanta un protiro del 1517, forse opera di Francesco Ventretti (il Ventretta). La volta dell'arco, sorretta da colonne, è ornata di motivi floreali e simboli di Morbegno, della famiglia Ninguarda, dei monaci di Sant'Antonio e dei domenicani. Un passaggio biblico inciso sull'architrave e una Pietà scolpita da Ventretta, ispirata a Tomaso Rodari, sottolineano la sua identità religiosa. Un affresco di Gaudenzio Ferrari rappresenta la Natività. L'interno è trasformato in un auditorium con transetto e abside, con cappelle laterali e soffitti a volte a crociera del Seicento. Restauri recenti hanno reso nuovamente visibili affreschi cinquecenteschi, in particolare sul lato sud, dove strati di pitture sono stati parzialmente rivelati e interpretati.

Nel 1457 fu avviata la costruzione di un convento domenicano a Morbegno, vicino alla chiesa di Sant'Antonio e Santa Marta. Il convento, sviluppato in tre fasi, aveva due chiostri quadrangolari con portici affrescati. Il primo chiostro, ora spazio espositivo, si distingue per le arcate e le colonne di marmo. Si trovano tracce di sinopia e affreschi che illustrano la vita evangelica. Gli affreschi del chiostro narrano eventi della vita di san Domenico, come visioni, miracoli e l'approvazione della Regola dell'Ordine. Un altro spazio presenta una Crocifissione e ritratti di celebri compositori. Alcune storie di san Domenico sopravvivono solo nelle didascalie rimaste.

Il secondo chiostro, parte del convento domenicano di Morbegno, fu costruito circa nel 1514 e si caratterizza per colonne semplici e archi irregolari. Restaurato direcente, il chiostro ora mostra un'armonia architettonica con affreschi che narrano la vita di Rosa da Lima, santa domenicana. Nonostante i segni confusi e date sulle pareti, un elemento distintivo è la grotta dedicata alla Madonna di Lourdes. Un'epigrafe esterna commemora il V Reggimento Alpini ospitato qui durante la Grande Guerra. Verso sud si estende l'edificio scolastico moderno, mentre vicino all'abside sono visibili restauri di decorazioni. L'itinerario può concludersi su via Vanoni o continuare verso l'area Getzemani e il piazzèt, offrendo vedute dei tetti e delle montagne circostanti.


È uno dei principali edifici religiosi della città e rappresenta un importante punto di riferimento storico e culturale. Edificata nel tardo XVIII secolo, progettata da Pietro Solari, si distingue per la facciata barocca, imponente e decorata con materiali vari e pregiati.
Le decorazioni esterne, realizzate da Stefano Salterio tra il 1780 e il 1782, includono statue di figure religiose e elementi simbolici. L’interno è a croce latina con una navata centrale e ospita affreschi, altari decorati e opere d’arte sacra, oltre a un organo storico. La chiesa è un luogo di culto attivo per la comunità, usato anche per matrimoni e cerimonie. Il suo valore artistico attira visitatori interessati all’arte e architettura religiosa. La chiesa si trova in posizione centrale nella città di Morbegno, vicino ad altre attrazioni storiche e culturali. È un simbolo significativo della ricca storia e tradizione della regione di Lombardia.


La Chiesa Nuova di San Giuseppe, completata nel 1993 e consacrata dal vescovo Alessandro Maggiolini, è un significativo edificio religioso di Morbegno. Dedicata a San Giuseppe lavoratore, riflette l’operosità della popolazione locale.
Progettata da Luigi Caccia Dominioni, l’architettura della chiesa si fonde con il paesaggio montano circostante, con una facciata accogliente e un tetto che si estende protettivamente. Internamente, spiccano le linee curve e le forme sinusoidali con giochi di luce che creano un ambiente suggestivo, con una croce inclinata come fulcro simbolico del sacrificio di Gesù. L’interno è volutamente semplice, con pochi mobili e opere d’arte, ma con elementi che comunicano in silenzio, come le stazioni della Via Crucis, il pulpito e il crocifisso. La porta in ferro con pietre del torrente Bitto è un dettaglio distintivo. La Chiesa Nuova si distingue come opera moderna che arricchisce l’esperienza spirituale e artistica dei
visitatori.


Il Santuario della Beata Vergine Assunta è una chiesa con origini antiche, documentata già nel 1418 come “chiesa alla Croseta”. Nel 1425 fu terminata e dedicata ai Santi Lorenzo e Bernardo di Chiaravalle.
Nel XVI secolo, la confraternita dei Disciplini decise di ampliare e ristrutturare la chiesa, lasciando importanti testimonianze artistiche. L’edificio presenta forme architettoniche simboliche e blocchi poligonali che si intersecano, con un orientamento canonico ruotato di 90°. Nel corso dei secoli, sono state effettuate ristrutturazioni e modifiche, tra cui la sopraelevazione del campanile e del tiburio, e la ridipintura delle pareti nell’ottagono nel XVIII secolo. I restauri recenti hanno riportato alla luce gli intonaci rinascimentali e le decorazioni settecentesche. La presenza di elementi in cotto, unico nella Valtellina, testimonia l’influenza dell’architettura lombarda nella zona.


Attraversando la piazza San Pietro, ci troviamo di fronte alla chiesa dei Santi Pietro e Paolo, che risale al 1337 ma ha subito una ristrutturazione nel XVII secolo. Durante il periodo di dominio dei Grigioni, la chiesa è stata utilizzata come luogo di culto protestante,
ma nel 1620 è stata riconvertita al culto cattolico e ha subito ulteriori modifiche. La chiesa dei Santi Pietro e Paolo è la prima parrocchia della città. La sua facciata è semplice, con una forma curva e una croce sulla sommità. Il portale d’ingresso è decorato con bassorilievi in marmo nero, raffiguranti i simboli dei santi patroni della chiesa: San Pietro con le chiavi, il gallo, la tiara e la croce rovesciata, e San Paolo con la spada e un libro. Sul retro della chiesa si erge il campanile seicentesco. Gli interni della chiesa sono adornati da affreschi del Settecento, tra cui lo stemma di Morbegno.


La chiesa di San Martino a Morbegno, risalente al IX secolo e ristrutturata nel Cinquecento, si trova nel cimitero cittadino, distante 2,5 km dal centro storico. Originariamente costruita come chiesa, è divenuta inseguito principalmente un luogo di sepoltura.
Presenta una facciata a capanna con portico ad archi e un affresco di San Martino all’interno. Il campanile, con lanterna, cupola e croce, domina la struttura. Gli interni della chiesa sono caratterizzati da una luce soffusa e sono suddivisi in tre navate con volte magnificamente affrescate con motivi tridimensionali. Gli affreschi includono un’importante raffigurazione cinquecentesca della Madonna in trono con Gesù Bambino. La cappella del presbiterio è riccamente decorata e presenta sedili lignei che guardano verso l’altare in marmo nero del XVII secolo. Vi sono anche cappelle dedicate alla Madonna Nera di Loreto e a Santo Stefano. Vicino si trova l’ossario settecentesco, svuotato nel 1935, che rispecchia lo stile della chiesa.


L’attuale chiesa di Morbegno, riconvertita in auditorium grazie all’architetto Roberto Paruscio, vanta un protiro del 1517, forse opera di Francesco Ventretti (il Ventretta). La volta dell’arco, sorretta da colonne, è ornata di motivi floreali e simboli di Morbegno, della famiglia Ninguarda, dei monaci di Sant’Antonio e dei domenicani.
Un passaggio biblico inciso sull’architrave e una Pietà scolpita da Ventretta, ispirata a Tomaso Rodari, sottolineano la sua identità religiosa. Un affresco di Gaudenzio Ferrari rappresenta la Natività. L’interno è trasformato in un auditorium con transetto e abside, con cappelle laterali e soffitti a volte a crociera del Seicento. Restauri recenti hanno reso nuovamente visibili affreschi cinquecenteschi, in particolare sul lato sud, dove strati di pitture sono stati parzialmente rivelati e interpretati.


Nel 1457 fu avviata la costruzione di un convento domenicano a Morbegno, vicino alla chiesa di Sant’Antonio e Santa Marta. Il convento, sviluppato in tre fasi, aveva due chiostri quadrangolari con portici affrescati.
Il primo chiostro, ora spazio espositivo, si distingue per le arcate e le colonne di marmo. Si trovano tracce di sinopia e affreschi che illustrano la vita evangelica. Gli affreschi del chiostro narrano eventi della vita di san Domenico, come visioni, miracoli e l’approvazione della Regola dell’Ordine. Un altro spazio presenta una Crocifissione e ritratti di celebri compositori. Alcune storie di san Domenico sopravvivono solo nelle didascalie rimaste.


Il secondo chiostro, parte del convento domenicano di Morbegno, fu costruito circa nel 1514 e si caratterizza per colonne semplici e archi irregolari. Restaurato direcente, il chiostro ora mostra un’armonia architettonica con affreschi che narrano la vita di Rosa da Lima, santa domenicana.
Nonostante i segni confusi e date sulle pareti, un elemento distintivo è la grotta dedicata alla Madonna di Lourdes. Un’epigrafe esterna commemora il V Reggimento Alpini ospitato qui durante la Grande Guerra. Verso sud si estende l’edificio scolastico moderno, mentre vicino all’abside sono visibili restauri di decorazioni. L’itinerario può concludersi su via Vanoni o continuare verso l’area Getzemani e il piazzèt, offrendo vedute dei tetti e delle montagne circostanti.